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La leggenda di Pippa la Catanese

Tra il XIII e il XIV secolo è ambientata la storia di Pippa la Catanese, una lavandaia che ebbe il privilegio di far parte della corte degli Angioini in qualità di nutrice di Luigi, figlio di Roberto d'Angiò e Violante d'Aragona.
Ella, pertanto, seguì gli Angioini in tutte le loro vicissitudini, anche quando furono allontanati da Catania e fecero ritorno a Napoli.

Nell’anno 1343 saliva sul trono Giovanna I d’Angiò, moglie del principe Andrea d’Ungheria. Il Principe Andrea, durante la sua cerimonia di incoronazione, aveva apertamente minacciato tutti i dissidenti nei suoi confronti, i quali potevano contare sull'appoggio della Regina, la quale odiava il marito e aveva nel frattempo intrapreso una relazione con il cugino Luigi, duca di Taranto. Giovanna, ben cosciente dell'appoggio del popolo, organizzò una congiura contro Andrea, che venne strangolato e gettato giù da una finestra. La tragedia fece talmente scalpore da catturare le attenzioni del Papa, che si impegnò al fine di identificare i congiurati. La prima ad essere messa sotto accusa fu proprio Pippa, ritenuta a conoscenza dei fatti in quanto confidente della Regina. La lavandaia fu atrocemente torturata. Ella tuttavia, sia perché non aveva realmente preso parte alla congiura, sia in nome della sua fedeltà alla regina, si ostinò a non parlare. Le torture, pertanto, diventarono sempre più violente, fino a quando fu bruciata viva insieme ad uno dei suoi figli e ad un suo nipote. 



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