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Il Terremoto del 1693

Il Terremoto del 1693 viene catalogato come il più forte evento sismico avvenuto negli ultimi 1000 anni sull’intero territorio nazionale. Inoltre, per vastità dell’area colpita, numero di vittime e gravità degli effetti provocati, è considerato uno dei terremoti maggiormente distruttivi della storia sismica italiana.

Il terremoto colpì un territorio vastissimo, in due riprese, con due violentissime scosse avvenute a distanza di due giorni. Durante la prima scossa i danni furono molto gravi in centri come Augusta, Avola, Noto, Floridia e Melilli, dove crollarono molti edifici. Gravi danni e crolli interessarono anche Catania e Lentini.
A Catania, già seriamente danneggiata dalla distruttiva eruzione dell’Etna del 1669, molti palazzi e abitazioni, chiese e monumenti, subirono lesioni diffuse, alcune case private crollarono, provocando la morte di 16 persone.
La seconda scossa ebbe effetti veramente catastrofici, soprattutto la scossa dell’11 gennaio ebbe un forte impatto anche sull’ambiente naturale. In molte località della Sicilia orientale si aprirono fratture nel terreno dalle quali, in molti casi, furono segnalate fuoriuscite di gas o di acque calde e altri materiali fluidi.
Tutto il periodo sismico fu, inoltre, accompagnato da un’intensa attività dell’Etna. La scossa dell’11 gennaio generò ondate di tsunami che investirono varie località della costa orientale della Sicilia, da Messina a Siracusa. A Catania il mare dapprima si ritirò dalla spiaggia per alcune decine di metri, trascinando alcune barche ancorate presso la riva, poi si riversò violentemente sulla costa con onde alte oltre 2 metri. Le condizioni dei sopravvissuti nei mesi successivi al disastro furono di estrema precarietà, tra continue scosse, scarsità di viveri e di beni di prima necessità, mancanza di medici necessari per curare i tantissimi feriti, il costante rischio di epidemie. Catania fu praticamente abbandonata e rimase in mano agli sciacalli e ai ladri.

Tuttavia, se il terremoto nei primi tempi dell’emergenza ebbe l’effetto di deprimere ulteriormente la già precaria economia siciliana, successivamente vi fu una ripresa economica: questa fu incentivata dalla vasta attività edilizia che investì tutta l’area colpita, attraverso progetti di ricostruzione di intere città e paesi che attivarono l’intero ciclo produttivo. Da questo punto di vista, il terremoto del 1693 rappresenta nella storia italiana uno dei pochi casi in cui un disastro sismico si è rivelato occasione di sviluppo e di rilancio economico per le zone colpite.




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