Al centro della sezione sud di piazza Giovanni Verga
troviamo un'imponente fontana, che enfatizza la linea moderna con cui
l'intera piazza è stata progettata: la fontana dei Malavoglia. Fu realizzata nel 1975, in onore
al maestro verista Giovanni Verga, dopo l'intitolazione della piazza
allo stesso avvenuta nel XX secolo. Ad ideare l'opera fu il valente
e abile scultore, seppure autodidatta, Carmelo Mendola, il quale, in
seguito ad un concorso bandito dal comune, sfidò la maestria di
altri grandi artisti dell'epoca presentando alla commissione un
progetto che lo decretò vincitore.
La gestazione del progetto fu molto travagliata, durò
ben 19 anni, a causa di una serie di avversità che impedirono
all'artista la consegna tempestiva dell'opera, tra cui l'esaurimento
del finanziamento iniziale da parte della Regione; allorchè Mendola
decise di autofinanziarsi pur di vedere realizzato il proprio
progetto.
L'artista
ricalca fedelmente su marmo la descrizione del secondo naufragio
della Provvidenza, la barca di un'antica famiglia di
pescatori siciliani vissuti nel paese d'Acitrezza, poco lontano da
Catania, riportata nel
X capitolo del celeberrimo romanzo di Verga intitolato I
Malavoglia :
«Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune che
suonava come una corda di chitarra. All'improvviso il vento si mise a
fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco
del monte, sopra Trezza, e arrivò un'ondata che non si era vista da
dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un
sacco di noci, e la buttò in aria. [...] In questo momento s'udì
uno schianto: la Provvidenza, che prima si era curvata su di un
fianco, si rilevò come una molla, e per poco non sbalzò tutti in
mare; l'antenna insieme alla vela cadde sulla barca rotta come un
filo di paglia. Allora si udì una voce che gridava: - Ahi! come di
uno che stesse per morire. [...] Ad un tratto un colpo di vento la
strappò netta e se la portò via sibilando. Allora i due fratelli
poterono sbrogliare del tutto il troncone dell'antenna e buttarlo in
mare. La barca si raddrizzò, ma padron 'Ntoni non si raddrizzò,
lui, e non rispondeva più a 'Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il
mare e il vento gridano insieme, non c'è cosa che faccia più paura
del non udirsi rispondere alla voce che chiama.»