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Chiesa di San Francesco D'Assisi all'Immacolata

La celebre chiesa di San Francesco d'Assisi all'Immacolata domina sull'omonima piazza che si apre sul Corso Vittorio Emanuele, nei pressi della scenografica e storica via Crociferi.
La chiesa è palesemente dedicata al poverello d'Assisi, ma gli viene attribuito anche l'appellativo “all'Immacolata” per effetto della profonda devozione dei catanesi a quest'ultima, tanto che al suo interno custodisce la settecentesca statua di legno che raffigura la Vergine Maria.
Nei suoi sette secoli di storia, la chiesa è stata da sempre legata ai francescani. Nel 1329, grazie all'intervento della regina Eleonora d'Angiò, che decise di far costruire la chiesa e il convento sulle rovine del tempio di Minerva, i francescani ottennero una sacra sede definitiva, dopo una serie di continui spostamenti che iniziarono nel 1200, periodo in cui i fratelli di San Francesco si stabilirono a Catania.

Dopo il disastroso terremoto del 1693, dell'antica struttura non rimase nulla e la nuova costruzione settecentesca, sebbene ripeta le antiche dimensioni, assunse dei nuovi connotati architettonici di stampo barocco. La facciata in pietra calcarea, proveniente dalle cave di Melilli, divisa in due ordini, è definita ai lati da due torri campanarie gemelle con copertura a cupola e comprende una scalinata che permette di accedere al sagrato, chiuso da una balaustra in marmo sulla quale poggiano le statue di san Giuseppe da Copertino, Santa Chiara, Sant'Agata e San Bonaventura.
L'interno della chiesa è ricco di numerose opere d'arte di diversi artisti siciliani, collocate nelle tre navate, alle quali si accede attraverso le tre porte d'accesso. Nella navata di destra sono presenti la statua lignea dell'Immacolata, realizzata da Giuseppe Bagnasco, e gli altari minori impreziositi da affreschi, come l’Immacolata con S. Francesco e le anime purganti di Giuseppe Liotta, S. Giuseppe in estasi di Michele Rapisardi, il S. Ludovico da Tolosa e S. Bonaventura, entrambi di Giuseppe Zacco; nell'ampia area presbiterale, coperta da una finta cupola, si trovano gli affreschi di Olivio Sozzi e al centro si può ammirare un bellissimo altare cinquecentesco con lo sfondo di una meravigliosa opera di Battaglia, che propone l’episodio dell’indulgenza della Porziuncola; a destra dell’altare è posto l’organo con cui si esercitava il piccolo Vincenzo Bellini. Lungo la navata di sinistra sono collocati tre altari in marmo policromo nei quali sono esposti altrettanti affreschi, il secondo dei quali merita particolare attenzione, ovvero Salita al Calvario di Jacopo Vignerio, copia di una famosa opera di Raffaello conosciuta con il nome Spasimo di Sicilia; gli altri due, invece, raffigurano lo sposalizio della Vergine di Francesco Gramignani Arezzi e San Francesco che riceve le stimmate di Giuseppe Guarnaccia; infine, in fondo alla navata si trova la cappella del Crocefisso. Nella navata centrale l'altare maggiore, realizzato in marmo policromo, è arricchito da un mosaico in lapislazzuli su una base in oro cesellato posto a decoro del cibario, un organo e un coro posti nella parte posteriore; la cupola sull'abside è affrescata da Olivio Sozzi, mentre i peducci della cupola sono affrescati da Francesco Sozzi.
Dentro la chiesa di S. Francesco sono custodite sei delle undici "candelore" che sfilano nei giorni della festa di S. Agata. L'interno della chiesa, inoltre, tiene viva la memoria della regina Eleonora d'Angiò con una tela posta a sinistra dell'ingresso, che raffigura la regina in compagnia di Santa Chiara e con una targa posta nella crociera, che ricorda la tomba della regina sepolta in questa chiesa fino al terremoto del 1693.





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