Il
nome delle Terme romane dell'Indirizzo è legato all’ex convento di Santa Maria
dell’Indirizzo, dove il complesso termale è parzialmente collocato. Il convento
prende a sua volta il nome dalla chiesa che sorse nel luogo dove era avvenuto
un miracolo. Ubicato in Piazza Currò, il complesso termale rappresenta
un’importante testimonianza della Catania romana, insieme alle terme della
Rotonda e alle terme Achilliane. Ad oggi gli studiosi non sono riusciti ad
indicare con certezza il secolo che ha visto la costruzione del complesso
termale, ma probabilmente la sua costruzione risale all’età imperiale avanzata.
L’edificio termale, ben conservato fino
ad oggi, è formato da vari ambienti chiusi: il più grande tra questi ha una
forma ottagonale con copertura a cupola; altri elementi che caratterizzano
questo ambiente sono i fornaci, allora utilizzati per il riscaldamento degli
ambienti termali. Le pareti sono rivestite da massicci blocchi in pietra lavica
e da malta cementizia, mentre i mattoni sono stati utilizzati per la
realizzazione dei passaggi ad arco; nella parte superiore delle pareti si
aprono delle finestre arcuate, che rendono la struttura muraria più leggera;
mentre in basso si trovano delle nicchie. In seguito ad opere di scavo, che hanno
avuto luogo intorno al XVIII secolo ad opera del principe di Biscari, sono
state rinvenute delle condutture in piombo incassate nelle pareti, le quali
furono poi portate nel Museo dello stesso principe. L’edificio è interamente
costruito in cemento, e si alternano anche blocchi in pietra lavica; mentre i
mattoni sono impiegati nelle arcate. I diversi ambienti, di forma rettangolare,
ospitano dei calidari (destinati ai
bagni in acqua calda), frigidari,
condotte d’areazione e canali di raccolta delle acque del fiume che scorre al
di sotto del centro storico, l’Amenano; altre ancora accolgono un apoditerium,
ovvero uno spazio non riscaldato adibito a spogliatoio.