Chiudi mappa

Villa Cerami

Villa Cerami è uno dei più prestigiosi palazzi settecenteschi della città, noto esempio del Barocco siciliano, capolavoro di Gian Battista Vaccarini, massimo esponente nella ricostruzione di monumenti della città dopo il disastroso terremoto del 1693. Il luogo in cui sorgeva l’edificio era in posizione privilegiata, sia dal punto di vista panoramico che storico. Situata alla fine della Via dei Crociferi, la Villa ebbe una certa rilevanza a partire dal 1720, anno in cui la Villa diventa proprietà di Domenico Rosso, III principe di Cerami. Risale a questo periodo la costruzione dell’ala meridionale; durante il Settecento sono stati poi aggiunti elementi vari, quali loggiati, balconi, arricchendo così la parte orientale. La famiglia dei Rosso di Cerami vi risiedette fino agli anni ’60, quando la Villa venne acquistata dall’Università di Catania e divenne sede della Facoltà di Giurisprudenza. Un imponente portale permette l’accesso al cortile interno. Il portale, in stile barocco, è opera del Vaccarini, come scrisse Giovanni Rosso nella sua “Memoria”, e reca lo stemma dei Cerami. Nel cortile, l’elemento più vistoso è di certo lo scalone monumentale, alla cui prima versione lavorò lo stesso Vaccarini, mentre alla seconda, risalente all’Ottocento, lavorò l’architetto Sada. Quest’ultimo aggiunse al piano terra un rivestimento marmoreo ed un portone sormontato da due mensole e volute. Lo stesso architetto Sada progettò una scala interna a due rampe. Il progetto è documentato da alcuni disegni dell’architetto, i quali sono oggi conservati nella Biblioteca Civica. Altro particolare elemento situato all’ingresso della Villa è la fontana, nella quale è possibile scorgere lo stemma dei Cerami; nel cortile è inoltre collocata una statua in bronzo, “la Grande Bagnante” realizzata da Emilio Greco. Verso gli anni ’80 dell’Ottocento, il vasto ambiente della Villa si trasformò in un salone per le feste. In quell’occasione la volta dell’ambiente subì profondi mutamenti: fu coperto l’affresco del pittore Sozzi rappresentante l’Assunzione della Vergine, e al suo posto la volta venne affrescata da Guido Reni con la rappresentazione dell’ “Aurora”. In particolare, è grazie ai lavori di restauro compiuti negli anni ’60 che si scoprì che nella volta del salone erano state messe a punto delle modifiche, le quali avevano coperto l’affresco di Sozzi. I lavori che si svolsero in quegli anni hanno fatto sì che la Villa potesse adattarsi alla nuova funzione, ovvero di sede di Facoltà universitaria: il “salone delle feste”, ad esempio, venne destinato ad Aula Magna, le diverse aule vennero restaurate, tavoli, sedie, lampadari tornarono all’antico splendore; le pareti furono inoltre ricoperte da raso, dove è raffigurato il sigillo dell’Università. L’esterno ha invece subito poche modifiche: è stata introdotta una balaustra ed è stato eliminato il rivestimento marmoreo del muro.



Nelle vicinanze (150 m.)


Altri in Ville