Situata
in Corso Italia, Villa Manganelli rappresenta uno degli esempi più noti dello
stile Liberty a Catania: il Liberty nasce dall'esigenza di rispondere con una
forma adeguata alla nuova realtà sociale inaugurata dall'industrialismo, e in
architettura questo diventa lo stile che più affascina la nobiltà .
L’edificio è stato per anni dimora del
principe Manganelli, il quale incaricò l’architetto palermitano Ernesto Basile
per la costruzione dell’edificio in
occasione delle sue terze nozze e si optò per un aspetto che ricorda quello di
un castello medioevale: l’architetto innalzò l’edificio su un’altura, per poi
circondarla di una lunga muraglia. Il portico presenta una terrazza a loggia
coperta, mentre tra gli elementi che più risaltano all’occhio vi sono le due torri
quadrangolari neo-normanne situate negli angoli del fronte principale; una
terza torre, stavolta poligonale, si trova
invece sul lato posteriore. La facciata, ornata da mattonelle arabescate,
è interamente modellata da bugnato:
si tratta di una delle lavorazioni murarie più antiche e consiste in blocchi di pietra sovrapposti a file
sfalsate. Il pianterreno ed il primo piano sono invece separati da una fascia orizzontale marcapiano.
Il prospetto nord, più interno, è caratterizzato da tre arcate, e inoltre qui
sono presenti molte più aperture rispetto al corpo centrale, e questo fa sì che
gli ambienti siano più luminosi. La torre quadrangolare qui presente, grazie
alle sue diverse aperture, crea una sensazione di vuoti, in contrasto con la
massa muraria. Nel complesso, tutto l’edificio gioca su un rapporto di pieni e
vuoti, conferendo così all’edificio un certo dinamismo. Tra gli elementi più
suggestivi della facciata vanno citate le decorazioni in oro zecchino visibili
nel balcone della facciata principale, lavori realizzati da Vincenzo Gibilisco, e che hanno mantenuto la loro originale lucentezza. Per quanto riguarda gli
interni, la dimora novecentesca ospita ampie sale caratterizzate da soffitti a
volta e affreschi neoclassici, realizzati da Gregorietti.
Seppur voluto dal principe Manganelli,
l’edificio non venne mai abitato da quest’ultimo e nel 1947 venne acquistato
dalle famiglie Mirone e Palumbo. Questi ultimi però avevano in mente un
progetto che avrebbe in realtà portato alla scomparsa dell’inestimabile valore
dell’edificio, ovvero miravano alla costruzione di un palazzo con la
progettazione dell’architetto Frank Lloyd Wright. Solo negli anni ’70 venne
riconosciuto patrimonio architettonico storico e artistico, e diverrà poi sede
del teatro comunale Piccadilly. La Villa ha raggiunto una certa notorietà quando
è diventata set del film Il Gattopardo di Visconti. Negli anni ’80 la
struttura subì gravi danni in seguito ad un incendio, e solo più tardi, grazie
a lavori di restauro avviati dalla famiglia Palumbo, l’edificio divenne di
nuovo abitabile.