Il Museo Diocesano di Catania è ospitato nell’antico
Seminario dei Chierici al Duomo, attiguo alla cattedrale di Sant’Agata; costituisce
tutto l’arredo mobile storico della cattedrale stessa e della sede vescovile.
L’edificio è situato proprio all’entrata della Porta Uzeda ed ha la colorazione
tipica bicromatcia di altri edifici catanesi, che ricordano l’origine vulcanica
del territorio. Il museo è stato inaugurato nel mese di febbraio del 2001, dopo un attento progetto di restauro: l’ambiente
espositivo si sviluppa in nove sale e tre piani, compreso il piano terra che
contiene il fercolo in argento di Sant’Agata, comunemente detto dai catanesi a vara.
Sala I: La cattedrale dalla rifondazione
normanna al terremoto del 1693 In questa sala sono esposte alcune opere che
testimoniano l’assetto dell’edificio della Cattedrale della città prima del disastroso
terremoto del 1693 che rase al suolo Catania, tra cui recuperi e rinvenimenti, dovuti alle recenti indagini svolte dalla sezione archeologica della
soprintendenza nel presbiterio della cattedrale, e un prezioso frammento in oro
e smalti con una figura femminile, attribuito a Vincenzo Archifel, orafo di
origine napoletana, attivo a Catania all’inizio del Cinquecento e autore
dell’arca per le reliquie di Sant’Agata per il Duomo, ultimata nel 1521, con la
collaborazione degli argentieri trapanesi Nicolò Lattari e Filippo di Mauro.
Inoltre, è possibile ammirare altri
cimeli in oro e argento tra cui la spada di Ludovico d’Aragona
·
Sala II: Gli
arredi argentei della Cattedrale Qui è custodito il tesoro della
Cattedrale: calici, candelieri, reliquari, bastoni pastorali, ostensori ed
altri oggetti religiosi cinque e seicenteschi che non andarono persi con gli eventi drammatici
del 1693. In un'altra parte della sala sono esposte opere realizzate dopo la
ricostruzione del terremoto, provenienti
da diverse botteghe messinesi, palermitane e romane.
Sala III: I paramenti della Cattedrale Nella terza sala sono presenti le
vesti liturgiche legate al patrimonio personale dei vescovi e dei
cardinali, che risalgono a epoche più
recenti. L’unica veste che si è salvata,
antecedente al terremoto, è la pineta (prezioso ricamo in argento su fondo
rosso) del Cardinale Astalli. Altre vesti liturgiche preziose che si sono conservate, grazie al prestigio del suo
possessore, sono le tre pianete ricamate e il piviale rosso. Sala IV: Gli arredi preziosi dedicati alla
Santa Patrona Sono esposti gli arredi destinati alla celebrazione
del culto della patrona della città , Sant’Agata. Sono qui esposte: la porta
lignea che chiudeva il sacrario delle reliquie della Santa, prima di essere
sostituita da una porta in argento agli inizi del Settecento; alcune lamine in
argento che ripercorrono alcune scene salienti della vita della Santa; la teca
contenente alcuni gioielli ex-voto provenienti dal busto reliquiario della
Santa Patrona.
Sala V: Cappella del seminario – La Diocesi
tra Ottocento e Novecento Nella cappella del seminario sono presenti
opere,busti marmorei e altre testimonianze più recenti riguardanti gli ultimi
due secoli di vita della diocesi. A tal proposito ricordiamo il cardinale
Giuseppe Benedetto Dusmet e il cardinale Giuseppe Francisca Nava, committente
della cappella.
Sala VI: Arredi argentei delle chiese della
Diocesi Si possono ammirare
in questa sala esempi di raffinata oreficeria, tra cui il pregiato busto
reliquiario di S. Giuliano del 1664, dall’omonimo monastero catanese, alcune opere
provenienti dal Monastero dei Benedettini di S. Nicolò l’Arena e altre
neoclassiche della famiglia catanese dei Puglisi.
Sala VII: Pinacoteca La pinacoteca contiene numerosi dipinti
superstiti alla vicenda della soppressione degli ordini monastici, decretata
dalle leggi Sicardi del 1866, tra cui una piccola parte della collezione
privata dei benedettini e altri importanti dipinti compresi tra il XIV e il XX
secolo. Sala VIII: Paramenti dalle Chiese della
Diocesi All’interno di questa sala sono esposti tutti
i paramenti liturgici provenienti dalle altre Chiese, prevalentemente
settecenteschi. Inoltre, sono esposti alcuni arredi lignei, come il
casciarizzo, dipinto del monastero di S. Placido del 1753 e una fastosa
consolle settecentesca, che suggeriscono la varietà degli ornati nelle
sacrestie catanesi del Settecento.
Sala IX: Il fercolo di Sant’Agata Al piano terra è custodito il fercolo di Sant’Agata, attualmente in argento massiccio (in sostituzione alla precedente, in legno). Si presenta in maniera molto elegante e semplice, a forma di tempietto
rettangolare sostenuto da sei colonne corinzie. Alla sommità di questa
costruzione la croce troneggia sul mondo (un globo), circondata da una corona,
un giglio e una palma (simboli della verginità e del martirio). La vara spicca tra le opere più importanti dell’arte orafa catanese del XVI e XVII
secolo; è uscita indenne dal tragico evento del 1863, ma nel corso degli anni ha
subito diversi furti (1890) e danneggiamenti a causa dei bombardamenti della
seconda guerra mondiale.
L’attuale vara è, infatti, frutto di alcuni artigiani
catanesi, esperti nella lavorazione del legno, dell’argento e dei metalli, che
hanno lavorato insieme per recuperare e ricreare nella maniera più fedele
all’originale le parti mancanti e danneggiate. Inoltre, per concludere la visita al Museo
Diocesano, è possibile visitare le terrazze panoramiche che permettono una visione
dall’alto della Cattedrale della città , delle chiese barocche di via Crociferi
e di Piazza Duomo e dintorni.