Palazzo Biscari è uno dei più importanti palazzi privati di Catania, il migliore esempio per poter apprezzare lo splendore del barocco siciliano. Si trova nel cuore della città vecchia, a ridosso del quartiere popolare della Civita, affacciato sul porto e sui famosi Archi della Marina, sopra i quali transita ancora il treno. I primi lavori di costruzione risalgono al 1702, a seguito del catastrofico terremoto del 1693, che rase al suolo la città di Catania e gran parte della Sicilia, ad opera della famiglia Paternò Castello, principi di Biscari. Ignazio Paternò Castello III ottenne il permesso di edificare il nuovo palazzo della famiglia sui bastioni delle mura cinquecentesche di Carlo V. I lavori dureranno più di un secolo e vi parteciperanno i più grandi architetti, intagliatori e decoratori dell’epoca: Alonzo Di Benedetto, Antonino Amato, Girolamo Palazzotto, Francesco Battaglia e altri artisti ingegnosi dell'epoca. Il palazzo ottenne il massimo splendore con Ignazio V principe di Biscari, uomo eclettico, appassionato di letteratura, d'arte e soprattutto d'archeologia. Il suo sogno più grande era una bella e grande dimora, che onorasse la città di Catania e che fosse visitabile da tutti. I lavori del palazzo si conclusero nel 1763 e fu inaugurato con grandiosi festeggiamenti.
Al palazzo si accede attraverso un grande portale su via Museo Biscari, che immette nel cortile centrale, adorno di una grande scala a tenaglia. Il Palazzo contava circa seicento stanze, ma gli ambienti oggi visitabili comprendono il cortile, alcune sale, il salone delle feste, la galleria e la terrazza sul porto. Nella sala all’ingresso sono custodite le tele settecentesche dello Stato di Biscari, con i suoi estesi vigneti e la fiorente produzione di bachi da seta; quindi si accede alla quadreria, con la preziosa pavimentazione in maiolica policroma, realizzata dai mastri artigiani di Vietri. Il salone centrale, o delle feste, è una sontuosa sala in stile rococò con specchi, stucchi e decorazioni; nella cupola della loggia della musica Vulcano celebra, nel Consiglio degli dèi, il trionfo del casato dei Paternò Castello. I musicisti raggiungevano la loggia salendo lungo un’ardimentosa scala a forma di "fiocco di nuvolaâ€, come la definì il principe Ignazio. Nelle stanze al primo piano vi è una suite di tre piccole camere, con raffinate boiseries, intarsi, specchi, affreschi e porcellane. Le pareti dell’ultima stanza sono rivestite da una boiserie in legno di rosa, con intarsi che creano motivi a intrecci di rami e pagode; in fondo si apre una piccola alcova affrescata, su un lato della quale è posta una grande e profonda vasca di marmo dalle alte pareti che fungeva, probabilmente, da fontana interna, creando un angolo rinfrescante.
Tra i celebri visitatori del palazzo si ricorda soprattutto lo scrittore Johan Wolfgang Goethe che, nel corso del suo viaggio in Italia, venne ricevuto dal principe di Biscari il 3 maggio 1787, poco dopo la morte del padre Ignazio. Goethe riferì poi in dettaglio nei suoi scritti della magnificenza delle collezioni e del palazzo.
È ancora oggi abitato dagli eredi della famiglia Biscari ed i suoi saloni principali ospitano manifestazioni culturali e musicali. Giornalmente, o quasi, i saloni vengono aperti al pubblico per una visita guidata, accompagnati da uno dei discendenti della famiglia Biscari.