La Chiesa di San Francesco Borgia è ubicata in via Crociferi, la strada più scenografica
del barocco catanese.
Dotata di uno scalone a doppia rampa, ha una facciata molto
lineare in stile accademico romano. L'interno
è a tre navate molto
ampie e luminose. La cupola è affrescata con
temi richiamanti l'ordine dei gesuiti, del pittore Olivio Sozzi.
La chiesa venne
costruita fra il 1698 ed il 1736, successivamente dunque al terremoto del 1693,
e venne costruita sul progetto dell’architetto Angelo Italia, sopra le fondamenta della chiesa precedentemente costruita
esattamente nello stesso punto ed andata poi distrutta.
Ciò che colpisce il visitatore è
sicuramente il suo prospetto, realizzato in pietra bianca, ed il suo portale
serrato fra le colonne in doppio ordine con una scalinata trasversa a
rampe contrapposte.
La chiesa è inoltre annessa al grande
Collegio della Compagnia di Gesù. La navata destra della chiesa di San
Francesco Borgia chiude a mezzogiorno il chiostro dell’Area scholarum,
pavimentato con fasce di calcare e ciotoli, su disegno di Giovan Battista Vaccarini, mentre il loggiato di secondo ordine, dalle imposte
d’arco a curvatura inversa, si deve a Francesco Battaglia.
La Chiesa ed il Collegio furono poi
incamerati nel demanio regio dopo la cacciata dei Gesuiti dal Regno delle Due
Sicilie nel 1767, e non furono mai restituiti quando la Compagnia di Gesù
rientrò in Sicilia: il Regno vi aveva insediato la Casa di educazione della
bassa gente ed aveva autorizzato l’utilizzo della Chiesa per le funzioni
vescovili in sostituzione della Cattedrale, che negli anni dal
1795 al 1804 era invece impegnata per lavori.
Durante il 2002, quando l’Unesco ha
riconosciuto otto centri come bene dell’Umanità nella Val di Noto ed a Catania, l’Amministrazione Regionale dei Beni Culturali ha
restituito alla città la chiesa, destinandola finalmente a finalità culturali
pubbliche.
All’interno della Chiesa è possibile
trovare:
Una lapide celebrativa;
Un dipinto che raffigura San Francesco Regis
in agonia e la Madonna con il Bambino (olio su tela di Luciano Foti);
Un
dipinto che raffigura la Madonna fra San Stanislao Kostka e San Luigi Gonzaga
(olio su tela di Giovanni Tuccari);
L’altare maggiore, ornato da due statue di
angeli e dalla statua dell’Eterno benedicente (al centro un dipinto ad olio su
tavola con la Madonna di Santa Maria Maggiore, donato a San Francesco Borgia, copia eseguita nel 1567, l’originale è custodito nell’omonima Basilica Romana);
Il pulpito, in massiccio legno di ciliegio (di un ignoto artista catanese) con
un drappeggio della cortina che scende dal tosello;
Una Ancona di S. Francesco
Saverio, che originariamente conteneva un quadro ad olio raffigurante il Santo e
che venne sostituito nel 1745 da un altorilievo opera del catanese Marino
(realizzato in marmo di Carrara, raffigura San Francesco Saverio mentre
battezza il Re delle Indie da lui convertito);
La Balconata, sostenuta da
mensole a foglie d’acanto e parapetto con tre stemmi sormontati da corona;
L’altare
maggiore, il vero gioiello d’arte, pregevole per la lavorazione delle pietre
dure, agate e diaspri siciliani (oltre le colonne in agata verde);
Gli
affreschi della cupola, risalenti al 1760 circa del catanese Olivio Sozzi.
Nell'affresco domina la figura di Cristo, mentre nei pennacchi della cupola
quattro figure rappresentano i continenti evangelizzati dall'ordine gesuitico:
Europa, Asia, Africa e America;
Un dipinto raffigurante la Sacra Famiglia con San
Giovannino, Sant’Anna, Sant’Elisabetta e San Zaccaria (olio su tela);
L’altorilievo del palermitano Ignazio F. Marabitti, che raffigura l’apoteosi di
Sant’Ignazio ed ai lati le allegorie dell’Europa con cornucopia, Asia
(cammello), Africa (leone), America (faretra e frecce);
L’altare del crocifisso con un grande reliquiario in legno dorato, opera di maestranze locali, ed il
Cristo in legno scolpito e dipinto;
Un dipinto raffigurante Sant’Agata in
carcere visitata da San Pietro (di Daniele Monteleone, olio su tela);
Un dipinto
che raffigura il Transito di San Giuseppe (olio su tela di Giuseppe
Guarnaccia);