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Chiesa di Sant'Agata la Vetere

La chiesa di Sant'Agata la Vetere giace sull'omonima piazza che si apre in via Santa Maddalena, a circa 350 metri da piazza Stesicoro. È la seconda delle chiese catanesi legate al culto della Santa patrona ed è una delle più antiche chiese della città ricostruita più volte.

La prima costruzione dell'antica chiesa risale al 264 d.C., quando fu eretta segretamente una piccola cappella votiva sulle rovine dell'antico pretorio romano, luogo in cui furono recise le mammelle a Sant'Agata e fu sentenziata la sua morte; ma, in seguito, grazie all'editto dell'imperatore Costantino, il quale concesse ai cristiani la libertà di culto e la riedificazione delle chiese, la struttura sacra assunse dimensioni sempre maggiori, fino a diventare nel 380 d.C. la prima Cattedrale di Catania, dove furono trasferite le spoglie della Santa. Lo status di Cattedrale durò per ben 770 anni, finché la sede vescovile venne spostata nella nuova Cattedrale nel 1094, e da questo momento alla ormai ex cattedrale fu attribuito l'appellativo “la Vetere” dal latino Vetus, ovvero “l'antica”.
Nel 1613 diventò il luogo di culto dei frati minori francescani, infatti sul frontone era posto uno stemma che recava le insegne di San Francesco D'Assisi, ormai irriconoscibile.

L'attuale edificio risale al XVIII secolo, ricostruito in seguito al terremoto del 1693 che la rase al suolo.
La facciata non venne realizzata in stile barocco ma in muratura con linee semplici ed essenziali, stilisticamente più povera rispetto alla costruzione precedente, in linea con un ambiente francescano. 
Anche l'interno della chiesa si presenta molto sobrio, con una pianta a croce latina e un'unica navata, dove si possono ammirare numerosi monumenti relativi alla figura di Sant'Agata, tra i quali meritano maggiore attenzione la cassa in legno, posta vicino l'ingresso, protetta da una teca, che per oltre 500 anni custodì le spoglie di Sant'Agata; l'antico sarcofago di marmo bianco, nel quale venne sepolta Sant'Agata subito dopo il martirio, la cui cassa è d'epoca romano-imperiale, mentre il coperchio è d'epoca bizantina, posto sull'altare maggiore; la lapide, dove è posta l'inscrizione che indica il luogo dove la martire subì l’asportazione delle mammelle; la cappella della Vergine, dove l'altare presenta un dipinto su tela raffigurante la Madonna della Maternità del 1898 di Giuseppe Sciuti; la cappella di Sant'Agata, dove è esposto il dipinto Antonio Pennisi del 1851 raffigurante il Martirio di Agata.

E' possibile, inoltre, visitare i suggestivi luoghi sotterranei che nascondono ancora le tracce dell'antica costruzione della chiesa, infatti la cripta era nell'antichità un'aula del pretorio dove si svolgevano le udienze. Durante l'anno la chiesa custodisce alcune delle candelore di Sant'Agata.






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